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Bambini e videogiochi…come gestirli?

by FigliModerni
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Sarà che io non amo i videogiochi in generale, sarà che sono cresciuta lo stesso senza Playstastion, Wii, Nintendo DS e quant’altro al massimo, da bambina, ho avuto in casa Pong   il classico gioco in bianco e nero che si attaccava alla TV e che era dotato solo di due barrette bianche per giocare… stop, fine e sono diventata grande lo stesso. 


Sarà anche che quando vedo qualsiasi bambino e/o adolescente con in mano una console mi sembrano sempre un po’ “rimbambiti” (e non me ne voglia male chi ci gioca) insomma sarà quel che volete ma io i videogiochi non li sopporto. 


Non mi appassionavano da ragazzina e anche crescendo è sempre stata una cosa che non mi ha mai interessata, il massimo uso che ne ho fatto è stato fare ginnastica con la Wii Fitness perché mi è stata regalata.

Sarà quel che volete ma contro ogni mia logica sono dovuta scendere a patti con questi strani aggeggi: la prima volta è stata per mia figlia acquisita (oltre alla mamma faccio anche la matrigna, la mamma part-time) che ora ha 16 anni e mezzo. 


All’età di 10 anni giocava già con il Game Boy a casa della mamma, così dopo due anni di stress abbiamo deciso di regalarle la prima Nintendo DS. Dopo vari discorsi “non si usa per più di due ore al giorno”, “hai due ore totali al giorno per vedere o usare la TV, il PC o il Nintendo…scegli tu ma al massimo sono due ore al giorno di schermo”. 


Partiti da entrambi le parti con le migliori intenzioni, dopo il primo anno la Nintendo DS è diventata vitale, ci passava i pomeriggi interi. L’unico interesse era la Nintendo. Lo so, lo ammetto, ribollivo dentro ogni volta che la vedevo in mano con questa stramaledetta console perché per me che arrivo da un’altra generazione dove giocare significava uscire e divertirmi era impensabile passare delle ore davanti ad uno schermo a fare niente. 


I ragazzini mi direbbero “ma io non è che non faccio niente, gioco” no ragazzi non giocate, perdete tempo, state lì davanti ad uno schermo a perdere tempo. Così mi sono regolata diversamente: il castigo più cattivo (per lei ovviamente) era toglierle la Nintendo per un paio di mesi, una volta siamo arrivate a sei mesi e poi orari, orari e orari… non più di due ore controllate con l’orologio e al “spegni” non c’erano scuse “devo salvare il gioco, sto finendo” etc. etc.

Poi 4 anni e mezzo fa è nato il puffo e da subito alla figlia grande è stato spiegato di non far vedere videogiochi, che fossero dal cellulare o dal Nintendo, al piccolo. 


Per i primi tre anni tutto bene anche perché al piccolo tutto interessava tranne che i videogiochi. Non l’ho mai abituato nemmeno più di tanto alla TV (fino a 6 mesi fa guardava 30 minuti di TV al giorno) perciò sotto questo punto di vista ero abbastanza tranquilla. 


Poi un giorno, di punto in bianco, ecco che il puffo (al tempo aveva 3 anni e mezzo) inizia a chiedermi la Nintendo. Scopro così che di nascosto la grande gli faceva vedere i videogiochi del cellulare e della Nintendo, ovviamente per un po’ le ho tolto la console (così non c’erano pericoli di sorta) e per un po’ ho eclissato il problema.  


Successivamente ho cercato di far usare al puffo la Wii, sotto la mia supervisione, perché mi son detta “giocando insieme abbiamo il tempo limitato, non stai davanti ad uno schermo piccolo che ti rovini gli occhi etc. etc.” e per un po’ è andata bene così, o almeno così pensavo: una volta a settimana ci giocavamo insieme per 45-60 minuti al massimo e mi sembrava di aver trovato un buon compromesso.


Avevo tassativamente vietato alla grande di giocare in presenza del fratello, perciò noi giocavamo alla Wii e lei giocava, di nascosto, alla Nintendo per un massimo di due ore al giorno. Un giorno, eccolo di nuovo il puffo che chiede la Nintendo e allora quel giorno mi son detta “ok gliela compro e chissà mai che ottengo l’effetto contrario: anziché desiderarla, una volta che ce la in mano e che ci gioca un po’ si stanca e non la cerca più” e in effetti a conti fatti alla fine è andata proprio così.

Perciò a Maggio di quest’anno (il puffo ha 4 anni compiuti e la grande 16),  molto controvoglia, cerco in giro per comprargli una Nintendo ad ognuno, rigorosamente usate su Ebay. Faccio un buon affare e trovo, da due rivenditori diversi, due Nintendo 3DS una a 80 euro comprese le spese di spedizione, l’altra a 90 euro sempre comprensiva di spedizione, entrambe le console vendute come usate sono praticamente nuove anche da installare.


Così comincia l’avventura Nintendo 3DS: a Giugno, il primo mese, entrambi ci giocano per un’ora al giorno insieme, ognuno con la propria e quando il piccolo non c’è o dorme consento alla grande di giocarci un’ora in più, per un totale di un’ora al giorno per il puffo e due ore al giorno per la grande. Vedo che il piccolo più di tanto non cerca la console, se ne dimentica per giorni interi pur avendola a disposizione. 


Sa di averla ma non la cerca nemmeno (con mia grande gioia), se ne ricorda solo quando arriva la sorella. Con quest’andazzo da Giugno arriviamo fino a fine Agosto… quando un bel giorno la grande, dimenticatasi delle regole che ci sono sempre state  a casa nostra in merito ai videogiochi, ci gioca per un intero pomeriggio e il piccolo la segue quasi a ruota perché anche se ci gioca meno della sorella per i miei gusti ci gioca comunque troppo. 


Visto che dopo regole, avvertimenti e castighi comunque i nostri bambini e i nostri ragazzi sono totalmente stregati da questi videogiochi io ho optato per una soluzione molto semplice: le ho fatte sparire! Messe via! 


La figlia grande la cerca da un mese e noi le diciamo di fare altro e con nostro grande piacere, da un mese, si sta dedicando ad altre attività, anche se la cerca in continuazione, ma più di tanto non insiste.  Il piccolo non se ne ricorda nemmeno. Alla grande le verrà ridata quando non la cercherà più, quando se ne sarà quasi dimenticata, il piccolo non cercandola nemmeno per ora non è un problema.

Quando qualche giorno fa ho accompagnato il mio puffo ad una festa di compleanno ho scoperto che non è l’unico ad avere la Nintendo 3DS alla sua età e che è quasi “normale” che a quasi 5 anni inizino a giocare ai videogiochi. 


Io, lo so, sono una mamma un po’ all’antica sul fattore videogiochi ma dopo aver letto questo articolo sono convintissima di aver fatto bene. Sono convinta che ci vogliono degli orari, che gli orari debbano essere stabiliti e rispettati, che la giornata dei nostri figli debba essere piena di altre attività che non riguardino solo schermi di PC, videogiochi, cellulare e quant’altro perché a volte presi da altre attività se ne dimenticano completamente e che se i nostri figli non rispettano queste semplici regole l’unico modo è portarglieli via… e ridandoglieli anche dopo mesi e mesi se necessario perché la vita non è stare appiccicati ad uno schermo, perché la vita è quella reale e non quella del videogioco, perché se noi siamo cresciuti in modo sereno ed equilibrato senza videogiochi possono crescere anche loro allo stesso modo perché i videogiochi non sono vitali per crescere, che (come assicuro spesso alla mia figlia grande) non moriranno per questo, al massimo avranno dedicato il loro tempo ad andare in bicicletta, giocare a pallone, a fare qualcosa di utile o a fare qualsiasi altra cosa che li faccia vivere e non rimbambire.

Lo so, loro sono figli moderni e li capisco ma loro capiscano me che sono una mamma-matrigna all’antica…

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