Le classi dei nostri bambini ormai sono multietniche eppure nella nostra società ci sono ancora episodi di vero razzismo e la cosa più sorprendente è che normalmente le cronache parlano quasi sempre di ragazzi giovani.
Sin da quando sono piccolissimi ai bambini andrebbe inculcato il fatto che al di là della pelle, delle tradizioni, dei paesi di provenienza alla fine i bambini sono tutti bambini: che amano giocare, essere spensierati, che vanno all’asilo o a scuola esattamente come i nostri.
La reazione iniziale dei bambini è di sorpresa a causa del colore della sua pelle ma con l’aiuto della maestra Michela i bambini diventeranno entusiasti di avere un compagno che ha potuto vedere da vicino zebre, giraffe, elefanti, gazzelle e leoni … e non vedranno l’ora che Emmanuel impari a parlare la loro lingua perché hanno tante cose da chiedergli. Il libro termina con la piccola Anna che vorrebbe tanto andare in Africa per vedere se ai bambini africani sembrerà strana con le lentiggini e i capelli rossi ed è un finale che dovrebbe far riflettere molti perché se nel nostro Paese i “diversi” sono gli altri è altrettanto vero che quando noi andiamo in altri Paesi i diversi siamo noi.