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Ho partorito un puffo e mi ritrovo a casa un gremlins. La mattina!

by FigliModerni
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I primi tre anni da mamma di solito proseguono senza molti intralci, si ha a che fare con pappe, pannolini, gattonamenti vari, prime parole, primi passi, primi libri di psicologia e pedagogia per non sbagliare con il nuovo nato e cercare di essere una brava mamma, abbiamo tra le braccia un esserino splendido che cerca solo amore e protezione e noi glielo diamo con tutte noi stesse. 


Io, almeno, ho trascorso i primi tre anni in questo modo un po’ da “favola”, il puffo di notte non ha mai pianto ne si è mai svegliato e fortunatamente mi ha sempre fatto dormire, non ho mai avuto problemi di alimentazione perché è passato tranquillamente dalla pappe al nostro cibo senza alcun intoppo…insomma troppo bello per essere vero! 


Poi inizia la scuola materna e il puffo esce dal guscio familiare e inizia a confrontarsi con i suoi coetanei quotidianamente, non più solo ai giardinetti, inizia a fare amicizia con gli altri, ad avere la prima bambina a cui pensa sempre.

Sì perché il puffo è avanti: ha la fidanzatina preferita che però è fidanzata con un altro bambino ma quando viene a saperlo,  dopo averle dato il suo regalo di fidanzamento, elastici e mollette delle Winx, lui si fidanza con altre due in contemporanea perché tutte le femmine della sua classe sono le sue fidanzate. 


Allora tu da mamma ti rendi conto che il puffo ha manie di grandezza e ti auguri che da ragazzino non faccia strage di fidanzate con la stessa facilità con cui si fidanza a 4 anni ma tutto sommato ha 4 anni e lo giustifichi, è l’innocenza dei bambini, la loro spontaneità ed è giusto lasciargliela. 


Poi arriva il secondo anno di scuola materna e il puffo esplode. Ricordate quel film degli anni 80 “I Gremlins”? Ad un bambino a Natale veniva regalato un Mogwai bello, carino, dolce… un po’ come il puffo sino ai 4 anni, uniche istruzioni: non bagnarlo, non esporlo alla luce, mai nutrirlo dopo la mezzanotte. 


Ecco, io non so quali delle tre cose ho sbagliato con il puffo, probabilmente c’era una quarta istruzione non contemplata ma proprio come i Mogwai di punto in bianco il mio puffo si è trasformato in Gremlins. 


La giornata tipo del Gremlins: di prima mattina dobbiamo già discutere sul colore della maglietta, sui pantaloni e sulle scarpe da mettere (e se non hanno le luci quando cammini fanno schifo) se poi butta proprio male anche il colore delle calze può diventare un problema. Non serve nemmeno preparare i vestiti la sera prima, perché di notte il Gremlins può sempre cambiare idea e decidere, il mattino seguente, che quei vestiti non gli piacciono, che i suoi colori preferiti sono il giallo e l’arancione e perciò il blu o il rosso non li mette. Si sa perfettamente vestire da solo ma visto che di prima mattina la mammite è acuta allora lo vesto io, unico problema: vestire il Gremlins è come vestire una molla, si sdraia, si accartoccia, salta mentre gli allacci i pantaloni e gli metti a posto la maglietta. 


Io nel frattempo ripasso tutti i libri di psicologia infantile e pedagogia letti negli ultimi anni che, nella pratica, non servono a un ciuffolo, cerchi di fare un pò di respirazione, mantenere la calma, perché si sa i bambini a quest’età fanno i capricci ma i minuti passano, passano le mezzore e il Gremlins è lì ancora a discutere “sei cattiva, voglio la maglietta gialla” – “Amore (ommmm ommmm) la maglietta gialla è da lavare” – “E io quella blu non la metto, e tu sei cattivaaaa”. 


Praticamente quando ho finito di vestirlo avrei bisogno di una nuova doccia ma non finisce lì perché dopo averlo vestito, prima di uscire di casa, devo mettergli il giubbotto e anche lì tra una cosa e l’altra ci passa più o meno un quarto d’ora. 


Esco di corsa, trafelata, perché so che se fossi uscita solo 10 minuti prima non avrei trovato il casino che mi attende vicino all’asilo, tra mamme che portano all’asilo e alle elementari i loro pargoli, e sicuramente non avrei dovuto fare almeno 3 giri dell’isolato per trovare uno stramaledetto parcheggio. 


Perciò sapendo ciò che mi aspetta esco già con la luna di traverso, perché pur svegliandomi alle 7 e svegliando il puffo alle 7.30 ormai non riusciamo mai ad uscire di casa prima delle 8.20, ogni mattina mi chiedo se quando andrà alle elementari dovrò alzarmi alle 6 o alle 5.30 per farlo arrivare in orario. 


Ovviamente, come previsto, dopo aver fatto 3-4 giri dell’isolato per trovare un buco dove parcheggiare, non riesco a trovare parcheggio davanti all’asilo, ma un po’ più lontano, niente di che in realtà, parliamo di circa 150 mt. ma il Gremlins inizia le sue lamentele sul parcheggio “E’ troppo lontano, sono stanco, prendimi in braccio” – “Eh no la mamma ti ha fatto due stupende gambine e cammini” – A risposta perentoria, sapendo che comunque non mi convince nemmeno a morire, il Gremlins inizia a camminare piano, piano, si ferma, conta i sanpietrini, e ci mette una vita per fare 150 mt. 


Finalmente siamo arrivati, entriamo all’asilo, togliamo il giubbino, mettiamo il grembiule e senza nemmeno darmi un bacio il piccolo Gremlins si fionda dagli amichetti, bello contento. Sono ormai certa, che una volta all’asilo il Gremlins ritorna magicamente il puffo e starà bravissimo per tutto il giorno. Mission impossible 1 superata! 


Ora anche la mamma può riprendersi, tornare a casa e iniziare a fare la casalinga, raccattando vestiti e giochi ovunque, mettendo a posto, facendo i mestieri, cercando di avere una casa se non altro decente e tutto entro le ore 15, ora in cui dovrà uscire per recuperare il puffo e iniziare la seconda Mission Impossible: il pomeriggio del Gremlins.

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