I primi due-tre anni fila tutto liscio, il puffo non si chiede chi è quella ragazzina (hanno 12 anni di differenza) che ogni tanto viene qui e sta qui un week end, come una settimana o 15 giorni, sa che è sua sorella, ci gioca e ne è tutto contento ma non si pone grandi domande esistenziali. La vede andare e venire, sente che anche lei chiama papà il suo papà, vede che le si dà attenzione, vede e vive delle cose per i primi anni della sua vita senza farsi grandi domande.
Quando i bambini nascono in famiglie ricostituite dove i fratelli o le sorelle maggiori vivono con loro non ci sono grandi sconvolgimenti, i grandi sconvolgimenti ci sono per i grandi, che c’erano prima e si vedono un po’ usurpare il loro ruolo di figlio/a unico/a.
Ma quando i bambini nascono in famiglie ricostituite dove i fratelli o sorelle vanno e vengono e non vivono con loro, lo sconvolgimento avviene nella vita quotidiana degli ultimi arrivati.
Sì perché un discorso è far accettare un fratello o una sorella che vive tutti i giorni con te, che condivide tutto con te, cose belle e brutte, condivide con te ogni cosa che riguarda la vostra famiglia.
Altro discorso è far accettare un fratello o una sorella che fondamentalmente con te condivide molto poco, a week end, festività e vacanze alternate perché fondamentalmente per la maggior parte del tempo vivi come figlio unico e in altri momenti devi condividere tutto con una persona che non fa parte della tua quotidianità.
Spiegarlo poi in età infantile è molto difficile, soprattutto dall’entrata nella scuola materna dove i bambini vedono i fratelli e le sorelle dei loro compagni vivere con loro. Così quest’anno ecco le prime domande del puffo “perché va via? perché deve tornare dalla sua mamma? è la mia sorellastra non mia sorella! Quando viene qui parli solo con lei e la mamma è solo mia” ed ecco le prime gelosie, ecco le prime domande esistenziali.
Così gli spiego con parole molto semplici perché sua sorella va e viene, che è la prima figlia del papà che non vive col papà e perciò viene a trovarlo ma poi deve tornare dalla sua mamma perché vive con lei. Il puffo sembra capire ogni volta, ma ogni volta che la sorella arriva le scene di gelosia sono immancabili, così cerco libri su libri che possano aiutarmi a spiegare ad un bambino di quasi 5 anni una situazione così complicata e con mio grande stupore mi accorgo che sì di libri sulle famiglie ce ne sono molti, anche per questa età, ma che nessuno tratta l’argomento dalla controparte.
Si parla di famiglie allargate con nonni e zii, si parla di famiglie con un solo genitore, di famiglie con due papà o due mamme, insomma si parla di tutte le famiglie possibili e ovviamente si parla anche delle famiglie con genitori divorziati ma se ne parla dalla parte dei figli del primo matrimonio e non dalla parte di chi viene dopo.
La cosa mi ha sorpreso molto, perché si parte dal presupposto che questi bambini non si facciano domande, non chiedano spiegazioni, non cerchino di capire il perché di un andirivieni continuo.
Perciò mi è venuta un’idea ho creato a computer un albero genealogico partendo dai nonni arrivando al puffo, con le foto di tutti i familiari, l’ho incollato su un cartoncino colorato e lo abbiamo incorniciato ed appeso in cameretta con il titolo “La famiglia del puffo”, così ogni volta che ci sono dubbi ce lo guardiamo un po’, ne parliamo insieme e poi ogni volta che arriva la sorella cerchiamo di placare il più possibile le eventuali scene di gelosia.
Dopo due mesi (motivo per cui sono stata molto poco a PC e perciò sul blog e molto più con il mio puffo), che ho attuato questo metodo, le domande esistenziali sono sparite e le scene di gelosia si sono molto diradate sperando che scompaiano definitivamente del tutto, perché significherebbe che anche il puffo ha trovato il suo equilibrio in questa famiglia ricostituita.