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I Fratelli Grimm tra fiabe cruente e adattamenti

by FigliModerni
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Ogni tanto frequento dei gruppi di discussione e proprio ieri mattina in uno di questi gruppi mi sono trovata postata questo articolo apparso su Huffington Post, che potete leggere qui.

Ovviamente chi, come me. abbia avuto il piacere di leggere le edizioni integrali della fiabe dei F.lli Grimm sa perfettamente che non hanno nulla a che fare con le fiabe presentate da Disney ma che erano ben più crude, “cattive” se vogliamo chiamarle così, e cruente. 

Nell’articolo in questione però si fa esplicito riferimento al fatto che, cito testualmente Tutte le modifiche che furono poi fatte alla prima edizione del 1812/15 non devono farci credere che queste prime storie fossero solo un abbozzo e che avessero bisogno di essere messe a posto e che, quindi, non meritano di essere considerate da noi. Qui i fratelli Grimm non si erano ancora autocensurati”. Inoltre, non erano state pensate per essere raccontate ai bambini, ma erano indirizzate ad un pubblico adulto.”

Il Professor Zipes traduttore della versione in questione scrive in modo chiaro che i fratelli Grimm si autocensurarono (tra l’altro aggiungo io modificando più volte la prima versione da loro scritta) e che tale versione non fu scritta per i bambini ma per un pubblico adulto. 

Appurato questo la discussione si è aperta sul fatto che queste fiabe andrebbero lette ai bambini, o meglio c’è chi le leggeva a bambini di 3-7 anni e nessuno di loro ha avuto alcuna reazione, mentre si sentiva raccontare che le colombe strappano gli occhi alle sorellastre di Cenerentola, che un sorellastra si taglia un dito per farsi entrare la scarpetta, che l’altra si taglia il calcagno e via di questo passo.
Ora al di là di quelle che possono essere le scelte personali che ciascuno di noi fa con i propri figli (c’è chi potrebbe leggere ad un bambino di 3 anni anche It di Stephen King per ciò che mi riguarda) e su cui non voglio entrare in merito, altro discorso è quello che per far conoscere gli originali delle fiabe si debba passare per forza dalla versione più cruenta dei fratelli Grimm e non magari da quelle autocensurate dagli stessi autori. 

Perché a quanto pare bambini piccoli di 3-7 anni amano la violenza, la crudeltà che poi si risolve in lieto fine. 

Personalmente non credo che raccontare di violenza o crudeltà possa aiutare i bambini a risolvere chissà quali fantasmi, ansie e paure del loro vissuto quotidiano. 

Certamente credo nella favola che aiuta in questo, non mi importerebbe se ad esempio gli venisse raccontato che la “matrigna” era in realtà “la mamma”  perché fondamentalmente non cambia nulla nell’immaginario del bambino, quante volte i nostri bambini ci danno delle “cattive” perché li mettiamo in punizione, gli mettiamo dei limiti o non gli compriamo ciò che vogliono. In quel momento noi non saremo “matrigne” ma sicuramente un po “streghe” sì.

Ben altro discorso è parlare di occhi strappati e piedi tagliati, che sono del tutto gratuiti e che a mio modesto parere non fanno altro che creare ansie e paure che senza tali racconti non ci sarebbero, anche perché tutto ciò non fa parte del vissuto del bambino e qualsiasi mamma si augura che i propri figli non debbano mai assistere nella vita “ad occhi strappati” come non ci abbiamo mai assistito noi. 

Credo che tutti gli editori mettano su ogni loro pubblicazione un’età indicativa da cui partire proprio nel rispetto dell’età del bambino, onde evitare di proporre storie, racconti o fiabe che non potrebbe comprendere un bambino più piccolo. 
Parlando da mamma mi darebbe molto fastidio che una persona leggesse delle fiabe così forti a mio figlio, al massimo lo faccio io se e quando lo reputo pronto visto che credo che ogni mamma sappia dove si può o non si può spingere con i propri figli e non mi sento nemmeno una madre degenere se opto per quelle più soft scritte da Perrault o dagli stessi Grimm senza passare dalla versione più cruenta.

Tra l’altro argomentare la proprio scelta parlando di “originali”  di fiabe popolari raccontate oralmente le cui origini si perdono a secoli fa, mi sembra già un azzardo ma se proprio vogliamo far conoscere ai nostri bambini delle fiabe più “pure” senza passare dalla rivisitazioni di Disney possiamo tranquillamente leggere quelle di Perrault (1628-1703) scritte anni prima dei fratelli Grimm   (Jacob 1785-1863 e Wilhelm 1786-1859) o se proprio ci piacciono i fratelli Grimm leggere l’ultima versione che è poi quella conosciuta ai più. 
Tra l’altro se lo stesso traduttore, il Professor Zipes, scrive che queste fiabe sono nate per adulti, non vedo per quale ragione noi a distanza di secoli dovremmo leggerle ai bambini, perciò in realtà la discussione non avrebbe nemmeno motivo di esistere ma purtroppo in ogni ambiente, di qualsiasi cosa si parli, c’è sempre chi estremizza.  

Voi cosa ne pensate? Leggereste questo tipo di fiabe ai vostri bambini di 3-7 anni? Aspettereste che i vostri figli abbiano un’età maggiore e magari un’immaginario diverso e più maturo? O optereste per versioni, che se pur scritte dai fratelli Grimm anziché da Perrault siano meno crude?  

A voi la parola!


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