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Quest’oggi, 20 Novembre 2014, è stato il 25° anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia.
Visto che nella scuola materna del Gremlins non l’hanno festeggiata, allora l’abbiamo festeggiata noi a casa, in salotto, con “Il cammino dei diritti”.
Il mio 5enne era molto felice di parlare dei diritti dei bambini, perché voleva sapere cos’erano, cosa significavano, perciò siamo partiti così sparpagliando le carte sul tappeto per mostragliele e i disegni delle carte hanno catturato subito la sua attenzione.
Ho preso la carta da cui è partito tutto, questa del 1989 leggendogli semplicemente la filastrocca
SONO COSI’
Occhi azzurri, verdi, marroni
capelli, biondi, neri, castani,
pelle di pesca, uva, banana.
Lingua che canta, aspira, arrotonda.
Denti che mangiano, ridono al mondo.
Sono così: diverso e uguale.
Sono il bambino universale.
E’ stato semplicissimo anche per un cinquenne capire il significato della filastrocca e poi si sa le filastrocche colpiscono sempre i bambini. Gli ho spiegato che un 20 Novembre di tanti anni fa, quando la sua mamma aveva 18 anni, si sono riunite tantissime nazioni di tutto il mondo e hanno deciso che sì, i bambini avevano dei diritti, perché erano delle piccole personcine che avevano opinioni e potevano prendere decisioni.
Il Gremlins tutto gasato ha iniziato a darmi una carta via l’altra e le abbiamo davvero lette tutte, ma tra tutte ne ha scelte due in particolare, oltre alla prima del 1989 con cui eravamo partiti, con cui ha voluto farsi fotografare.
La prima è stata quella del 1975, quando in Italia con la riforma del diritto di famiglia i genitori hanno gli stessi diritti, e in cui la legge riconosce ad entrambi l’importanza nell’educazione e cura della prole, abolendo “la potestà” del marito.
La filastrocca di questa carta, colpisce al cuore ogni bambino
LA MELA
Come la mela è la mia famiglia
bella, succosa, dolce vaniglia.
Se tu la tagli in due metà
una è la mamma e l’altra il papà.
Due parti opposte, però uguali
unite insieme e solidali
e in mezzo io, inizio di tutto
seme di albero e futuro frutto.
La reazione a questa filastrocca è stata “sìììì mamma perché noi siamo una famiglia e io il frutto del vostro amore”
La seconda carta invece l’ha imparata praticamente a memoria ed è quella del 1984 quando le Nazioni Unite approvarono la Convenzione contro torture, crudeltà e altre pene disumane e/o denigranti.
Come potete vedere dal suo sorriso questa carta gli è entrata proprio nel cuore e la filastrocca ormai fa parte di lui.
LO SCHIAFFO
Se vuoi avere ragione
parla.
Se vuoi convincermi
parla.
Se vuoi sapere
parla.
Uno schiaffo non è
una strada più dritta,
uno schiaffo
è una sconfitta.
Quando gli ho spiegato che il più forte è quello che vince con la parola mentre che chi alza le mani vuol dire che non è più capace di parlare per spiegarsi, per chiedere, per cercare di avere ragione ed è perciò una sconfitta…ecco che in pochissimo tempo l’ha imparata a memoria.
Chissà forse domani andrà all’asilo a ripeterla a chi alza le mani?
Nel mucchio però c’era una carta diversa, una carta bianca e in mezzo a tanti disegni meravigliosi non poteva non saltare agli occhi.
“Perché questa è bianca? Cosa vuol dire questa qui?” – “Questa amore è la TUA carta, quella che devi creare tu, perché i diritti di tutti i bambini possano continuare ad esistere, perché tutti i bambini possano continuare ad essere felici” e l’ha presa così
Questa è la sua carta, quella che costruirà lui, magari inventando una filastrocca, quando saprà scrivere, su ciò che gli sta più a cuore, magari me la detterà tra pochi giorni o magari farà semplicemente un disegno di cosa vorrebbe ma stasera, per ora, l’ha messa sotto il cuscino.
Una carta bianca, che probabilmente per lui ha un valore speciale, probabilmente si è sentito grande a sentirsi dire che è la sua carta ma sono sicura che quella carta che ora dorme con lui un giorno mi verrà riportata con sopra qualcosa di speciale.
La nostra giornata è finita così, in mezzo a tutta la strada che tanti hanno fatto prima di lui ma ha voluto tutte le carte intorno a sé per un’ultima foto perché anche lui, nel suo piccolo, si sente parte di questo lungo cammino.
Un grazie speciale da parte mia a Fatatrac e ad Amnesty Italia per aver permesso tutto ciò, per aver fatto conoscere ai bambini i loro diritti in modo semplice e giocoso, per aver fatto sorridere i bambini ancora una volta!