Essendo una seconda moglie, faccio parte anch’io, come tante, delle matrigne. Già il termine in se mi dà fastidio, in un epoca in cui troviamo nuove parole per definire ogni cosa, termini che siano “moralmente” corretti ecco che la parola matrigna è lì da secoli ed è una delle poche di cui non abbiamo nessun sinonimo un po meno dispregiativo…. sì perché matrigna ha sempre racchiuso un significato dispregiativo e già la parola in sé si presta bene!
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Se poi ci aggiungiamo che Walt Disney ci ha messo del suo nel far apparire le matrigne sempre come brutte e cattive il quadro è, non solo completo, ma anche del tutto demoralizzante!
Non so nel 2014 forse usare un termine tipo “mamma part-time” sarebbe più indicato, perché in effetti noi matrigne siamo questo: mamme part-time!
Non siamo mamme a tempo pieno perché ancora oggi in Italia 98 su 100 i figli vengono affidati alla madre ma quando i figli (odio anche il termine figliastri) vengono a casa del papà siamo noi che quando sono piccoli, li laviamo, li vestiamo, li curiamo se sono malati, gli facciamo fare i compiti e tutto ciò che fa una madre a tempo pieno.
Quando i figli crescono e diventano adolescenti, sei lì a discutere con un adolescente con gli ormoni “in giostra” esattamente come fanno le madri naturali; “metti a posto”, “pettinati”, “non uscire conciato/a così” e via di questo passo. Gioisci con loro dei loro successi e soffri con loro delle loro sconfitte, standogli accanto per come puoi.
Siccome il tuo ruolo è “neutro” diventi anche confidente perché è vero, tu non sei ne la sua mamma ne il suo papà e perciò a te può dire tutto ciò che viene difficile dire ai genitori e ti da un enorme peso perché se su certe cose, magari banali e di poca importanza, non hai alcun dubbio e manterrai il segreto, su altre la responsabilità che ti prendi non è indifferente.
Perciò inizia una lotta interna non da poco “Lo devo dire o no ai genitori? Sarà giusto o è meglio che rimanga un cosa tra noi finché lui/lei non sarà pronto/a a dirglielo personalmente? Se venisse fuori un casino non avrebbe più nessun adulto con cui confidarsi e perciò nessuno saprebbe più nulla di ciò che combina. Cosa faccio?”, le madri normalmente non hanno un buon rapporto con le matrigne e se tutto va bene non si capisce per quale atavico motivo sono anche in competizione con loro, perciò opti per dirlo al papà ovviamente in gran segreto.
Conoscendo bene il papà ti prepari le parole giuste, perché eh sì le matrigne fanno anche da pacieri tra papà e figli e perciò riesci ad informare almeno un genitore e a far vivere la cosa in modo un po più sereno, non tradendo il figlio al 100% ma togliendoti un peso finora stato solo tuo, almeno ne siete a conoscenza in due e per di più adulti.
Mi ricorderò sempre quando la Grande mi prese in cucina, non ricordo se in prima o seconda media e mi disse “ti devo parlare, perché vorrei un consiglio” e tu pronta “dimmi, cosa c’è?” – “Quando si fa sesso è meglio prendere la pillola o fargli mettere il preservativo? Perché alcune mie compagne dicono la pillola, altre il preservativo”.
Giuro che in quel momento mi sono sentita mancare, “ma come? sei nata ieri e parli di sesso? ma sei una bambina, che vai dicendo?” pensai subito fra me e me ma non rispondere sarebbe stato ancora peggio “vuoi mai che poi si fida delle amiche che ne sanno quanto lei (cioè niente) e se per sbaglio fa sesso ti ritorna pure incinta a 11//12 anni?”.
Inoltre il dubbio “speriamo che sia solo una discussione tra ragazzine, una domanda fatta per curiosità e non invece la classica domanda dove mi dici “le amiche” e poi invece sei tu che stai pensando di fare sesso” ti viene, perché poi ti ricordi che da ragazzina quando volevi fare qualche domanda imbarazzante era sempre la tua amica che voleva saperlo, che aveva un problema etc.
Perciò optai per la risposta più corretta “entrambi, perché se una si dimentica la pillola, almeno c’è il preservativo che protegge anche da alcune malattie e sarebbe meglio usare sempre, se si buca il preservativo c’è la pillola che ti protegge da eventuali gravidanze”. Lei se ne andò tutta felice e soddisfatta io invece rimasi in cucina scioccata e sinceramente mi ci volle una buona mezz’ora per riprendermi perché da mamma full-time o da mamma part-time ad alcune domande non sei mai pronta.
Sì perché è vero che non sono figli tuoi ma alla fine li ami come se lo fossero, anzi forse di più perché con un figlio naturale il rapporto lo instauri da subito, già da quando è nella tua pancia, quando nasce. con loro no, i figli “ereditati” ti arrivano già belli che fatti, ti possono arrivare ancora bambini, già ragazzini o adolescenti ma il rapporto lo devi creare e instaurare tu.
Quando ti arrivano belli che fatti di punto in bianco devi imparare ad essere mamma anche se non ne hai avuto il tempo, perché non hai passato tutte le fasi che passi con un figlio naturale, ti devi occupare di un figlio che nemmeno sai che carattere ha, perché quello lo scoprirai con il tempo, con tanta pazienza, con tantissimo amore e con una dose smisurata di sensibilità.
Non sono nemmeno come i figli adottati, perché dal momenti che adotti un bambino è vero che ami un figlio che non è concepito da te, ma dal momento che diventa tuo figlio, è appunto tuo sotto ogni aspetto, lo educhi, lo accudisci, etc ma davanti alla legge hai diritti e doveri di madre perché sei diventata madre a tutti gli effetti.
Le matrigne no, loro sono in un limbo, per la legge non sono niente, non hanno ne diritti ne doveri quelli li hanno i genitori, non puoi decidere o consigliare niente (a meno che tu non abbia uno splendido rapporto da famiglia allargata che c’è molto raramente, per ora questi rapporti ci sono solo nelle favole o nei “Cesaroni”).
Noi matrigne perciò siamo lì, amando questi figli come nostri anche se non lo sono, ne a livello naturale ne per legge, e stiamo lì ad aspettare il messaggino di whatsapp, quasi giornaliero che ti dice “Ciao, tutto bene?” e quando lo ricevi, anche se odi whatapp con tutte le sue abbreviazioni, sei felice e ti manca questa figlia part-time.
Aspetti il giorno che ti verrà a trovare perché si sa proprio come i figli naturali anche loro crescendo iniziano ad allontanarsi e allora con la pazienza di una mamma part-time ma con il cuore e l’amore di una mamma full-time aspetti il prossimo incontro dove ti farà disperare, incavolare, gioire, sorridere ma dove vivrai quel rapporto che solo tu e lei sapete capire… solo voi e nessun altro!
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2 commenti
Anche se non ho figli "acquisiti", trovo molto interessante le tue riflessioni. È vero, il termine "matrigna" dovrebbe cadere in disuso. Con tutto l'amore che ci metti, sei piuttosto una "seconda mamma" o mamma part-time come dici tu. È ammirevole, speciale, il rapporto che sei riuscita ad instaurare con la tua "figlia part-time"!
Un abbraccio.
Ketty
Grazie Ketty sicuramente il fatto di averla conosciuta a 5 anni (tra 3 mesi ne farà 18) ha aiutato, perché credo sia molto più difficile se hai a che fare con un'adolescente però penso anche che se si diventa compagne o mogli di un uomo che è già papà il minimo che si possa fare è con tanta pazienza, amore e sensibilità instaurare un ottimo rapporto con i suoi figli. Poi certo ci saranno anche matrigne non amorevoli, come anche alcune madri ma non credo dipenda dal ruolo quanto dal carattere della singola donna. Anche perché è vero che ci sono anche i "patrigni" ma è anche vero che di solito sono le donne ad accudire i figli "ereditati" dai primi matrimoni perciò se nel caso dei "patrigni" sono le mamme a farlo nel caso delle "matrigne" invece questo ruolo spetta a loro perché raramente i papà fanno ciò e per fare questo, se non sono figli tuoi, ci vuole sicuramente un amore grande!
Un abbraccio.
Giorgia