Di come avvicinare i bambini all’arte vi avevo già parlato qui e qui oggi vi voglio presentare tre libri, tutti pubblicati da Edizioni Arka nella collana “Perle d’arte”, per far conoscere ai nostri figli Klimt, Gauguin e Chagall.
Oltre a disegnare le modelle che posano per lui, Klimt va spesso in giro per conoscere le opere di altri artisti, nei musei a studiare l’arte antica, girando con un quaderno rosso su cui annota tutte le sue idee. Non a tutti però piacciono le opere di Klimt, perché preferiscono l’arte tradizionale, infatti quando Klimt disegna la medicina, il diritto e la filosofia per l’università di Vienna, i professori non sono affatto soddisfatti. Nei quadri di Klimt le persone trasmettono sentimenti come paura, amore, dolore, spesso disegna dei nudi, perciò decide di ricomprare i suoi quadri e portarseli via.
A Ravenna Klimt scopre i mosaici. Nella sua vita c’è Emilie la sua compagna, che ha una famosa sartoria a Vienna insieme alle sue sorelle, copiano gli abiti che arrivano da Parigi e Londra ma Emiliei crea anche i suoi. Gustav ne inventa qualcuno, per sé le tuniche da lavoro, per le donne abiti comodi e senza corsetto. Nel suo studio Klimt dipinge le signore dell’alta società con vestiti stravaganti ma in tutto quel dipingere non ha mai disegnato l’innamoramento.
Poi dipinge un neonato, cambiando ancora stile, mettendo un sacco di colore, non ci sono più ne oro ne forme geometriche.
Pagina dopo pagina, il gatto ci fa entrare in punta dei piedi, nel mondo di Gustav Klimt facendoci fare una carrellata della sua vita, dei suoi dipinti, della sua persona e del suo modo di essere, accompagnandoci pagina dopo pagina in un mondo di oro e di colore, di tratti geometrici e tratti morbidi, alla fine del libro sono riprodotti alcuni dei suoi dipinti.
Dopo un breve soggiorno in Danimarca, dove vivono moglie e figli, decide di imbarcarsi su una nave militare francese diretta a Tahiti. Dopo due mesi di viaggio finalmente sbarca sull’isola ma purtroppo in occasione della festa del 14 Luglio si accorge che è un posto troppo civilizzato, troppi ufficiali gli ricordano il suo paese! Dov’è la natura selvaggia? I nativi?
Così parte da Papete per raggiungere Mataiea, quando arriva prende una capanna dove vivere, le persone del posto non osano parlare con quello straniero, a volte Gauguin si sente solo ma non rimpiange la sua città. Piano piano gli indigeni diventano meno timidi e iniziano a fare amicizia con lui, quando Gauguin si sente parte di quella nuova realtà riprende in mano la tavolozza e ricomincia a dipingere.
Dipinge Aita una ragazza del posto, che inizialmente sembra restia ma poi si mette il vestito della festa e un fiore all’orecchio e si fa convincere a farsi fare il suo ritratto. Gauguin dipinge un quadro dopo l’altro, dipinge gli abitanti di Mataiea ma anche “La Orana Maria” perché ci sono molti cattolici, mentre pranza con Jotefa e la sua famiglia dipinge “Un pasto”. Dipinge, dipinge tanto finché dopo due anni di soggiorno a Mataiea decide di tornare a Parigi, per organizzare mostre, presentare la sua arte, partendo con i colori dei tropici nel cuore.
Alla fine del volume, come per il precedente, sono riprodotti alcuni suoi quadri.
Il libro si apre sull’infanzia dell’artista in cui i suoi genitori lo iscrivono prima al Cheder, poi alla scuola russa ma non era il sogno di Marc, le uniche lezioni che gli piacevano infatti erano quelle di disegno.
Un giorno vide che un suo compagno aveva copiato il ritratto di un fumatore da un giornale, perciò furioso che qualcuno potesse disegnare meglio di lui andò immediatamente in biblioteca. Prese quello stesso giornale e ricopiò quel ritratto ma anche tantissimi altri con cui ci riempì la sua stanza. Aveva deciso cosa fare: avrebbe fatto l’artista!
Convinse la madre a portarlo ad una scuola di pittura, portarono con loro i suoi disegni e quando il professore li vide e asserì che aveva talento iniziò a studiare lì. La famiglia di Marc non era affatto felice di quella scelta, non reputando il lavoro di Marc un vero lavoro, così per un breve lasso di tempo lavorò per un fotografo, finché non riuscì a convincere il padre a farlo studiare alla Scuola di Belle Arti di Pietroburgo ma purtroppo non riuscì ad entrarci e studiò in una scuola meno buona.
La svolta avvenne quando arrivò a Parigi: iniziò a girare per musei di giorno e a dipingere di notte, inizialmente nessuno sembrava apprezzare i suoi lavori, poi con l’aiuto di un immigrato, appoggiò i suoi quadri su un carretto e li fece sfilare per Parigi. Al Salon Des Indépendants arrivarono molti visitatori, qualcuno volle portare i suoi quadri a Berlino in cui venne organizzata la sua prima mostra!
In Russia scoppiò la guerra durante la quale fu infilato in un ufficio militare e intanto disegnava soldati. Dopo tre anni di rivoluzione venne mandato via lo Zar, il popolo salì al potere e Marc fu nominato Direttore di Belle Arti di Vitebsk ma la sua arte, ancora una volta non venne capita, perciò si recò a Mosca dove fu incaricato di dipingere il nuovo teatro ebraico, dopo quell’incarico in cui disegnò la sua famiglia, gli affetti più cari e sé stesso iniziò ad insegnare pittura agli orfani di guerra, un lavoro che gli piaceva molto, gli piaceva vedere i bambini buttarsi sui colori ma il problema era la paga.
Un giorno ricevette una lettera di un amico che lo informava che in Germania i suoi quadri venivano pagati molto. Così decise di partire per la Germania, finché non ricevette un telegramma in cui un altro amico lo informava che i suoi quadri in Francia avevano successo. Si trasferì in Francia finché non scoppiò la guerra in Europa, perciò partì nuovamente stavolta per New York, dove visse per qualche tempo.
Chagall dopo la guerra tornò in Francia dove aprì un museo a Nizza con i suoi quadri, dipinse vetrate a Gerusalemme, Chicago, New York, fece mosaici, decorò il soffitto dell’Opera di Parigi… ecco come diventò Marc Chagall! Alla fine del libro c’è una breve biografia dell’autore.
Vi presento Klimt
Gauguin e i colori dei tropici
Come sono diventato Marc Chagall
Buona lettura a tutti!
2 commenti
Molto belli
Verissimo! Lo trovo un bel modo per avvicinare i bambini all'arte!