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Essere mamme vuol dire essere umane e quando tocca a tuo figlio è dura.

by FigliModerni
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Stasera ero seduta lì, in quello studio, mentre un medico bravissimo, di cui mi fido, dopo aver visitato mio figlio e avergli fatto un esame accurato dell’udito, avergli fatto una laringoscopia con fibre ottiche, mi diceva chiaramente che deve essere operato chirurgicamente al collo, dovrà togliere la ciste del dotto tireoglosseo e l’osso ioide. 

Ero lì per quello, lo sapevo che doveva essere operato, eppure nell’immediato mi è arrivata un doccia gelida, il mio cuore si è fermato, la serenità che avevo fino ad un minuto prima è sparita del tutto. Eppure questa volta ero preparata ma all’improvviso mi ha pervaso la stessa paura di quando aveva 15 mesi.

Lì non ero preparata, aveva la febbre sì, era il secondo giorno, aveva 39 di febbre, eravamo vicini, direi attaccati, sul divano, mentre lo coccolavo eppure all’improvviso ha iniziato a tremare, irrigidirsi, a diventare viola in faccia e a non respirare più. Ricordo solo che lo avevo in braccio e pensavo fosse morto, sapevo cosa gli stava succedendo, ne avevo sofferto anch’io da piccola. 

Era una convulsione febbrile, sarebbe passata, eppure vedere mio figlio così a 15 mesi che sembrava morto, senza il più lieve respiro, mi prese il panico, ricordo solo la telefonata immediata al 118, l’operatore che mi diceva di stare calma, di togliergli anche il pannolino, il bambino doveva essere nudo. Quei pochi minuti in cui rimasi al telefono con l’operatore recuperai una freddezza che non credevo di possedere, feci tutto ciò che mi disse, il bambino iniziò nuovamente a respirare e l’ambulanza arrivò poco dopo. 
Rimase cinque giorni in ospedale e io con lui, notte e giorno, tornando a casa solo 30 min in tutto, era come se tutto ciò che mi circondava non esistesse più, passai quei cinque giorni a vedere mio figlio ribaltato come un calzino, a parlare con i medici, a cercare quella freddezza che in cuor mio non avevo, per cercare la soluzione migliore per lui. Non volevo farmaci preventivi, questo era escluso, li avevo già provati sulla mia pelle. Piangevo fuori, quando uscivo a fumare e qualcuno mi dava il turno per quei dieci minuti in cui potevo essere me stessa e piangere, piangere, sfogare tutta l’agitazione, lo spavento, la preoccupazione che avevo dentro di me. 

Poi rientravo e a mio figlio mi presentavo bella sorridente, “tranquillo amore, ora giochiamo, ora mamma ti coccola, ora leggiamo” ma non c’era alcun sorriso dentro di me ma solo tanta preoccupazione. La cosa successe nuovamente dopo 27 giorni, ma lì ero preparata, rimasi più fredda, e sopratutto non ero sola come la volte precedente, c’era anche mio marito.

Stasera invece, oh sì stasera sapevo già tutto, ero preparata eppure non è bastato. Sono uscita da quello studio con tutto ciò che dovevo fare, dovrà fare l’anestesia totale e sono molto preoccupata per questo e per l’operazione, il medico mi ha rassicurata “signora stia tranquilla, glielo opero io” eh sì, lo so, mi fido, ma è facile a dire “stia tranquilla” quando si tratta di tuo figlio. 

Perché quando si tratta di tuo figlio, non è la stessa cosa di quando si tratta di te stessa, cambia tutto. Se deve essere operato devi farlo operare non hai un’altra scelta, non hai alcuna scelta, ti senti impotente davanti a quell’esserino che avrà anche sei anni, ma che è ancora piccolo. 

Te lo vedi già mezzo rimbambito dall’anestesia, lui così magrolino, che sembra più uno scricciolo che un seienne e dentro sei preoccupata, ti invade una tristezza infinita, ti senti come se ti fosse passato sopra un tir.

Andiamo a cena fuori, è troppo tardi per tornare a casa a preparare, mio figlio mi siede di lato, mio marito di fronte e in quel momento i miei occhi si riempiono di lacrime che sono lì, che stanno per uscire ma che trattengo con tutta me stessa. 

Mio marito mi guarda, mi vede, se ne accorge e non dice nulla, ci conosciamo da troppi anni e troppo bene, lo sa in questi momenti preferisco i silenzi, non ho voglia di parole, ne di essere consolata, ho bisogno di tirarmi su da sola. Domani sarà diverso, ma non ora. 

Torniamo a casa, quando il Gremlins si addormenta, butto fuori tutto…perché sono fatta così, perché a volte per trovare la mia forza, la mia freddezza per affrontare le cose con più obiettività devo lasciarmi andare, devo piangere. Domattina ricaccerò dentro le mie lacrime e sarò ancora qui a discutere con il Gremlins per rimettere in ordine, per farci le coccole, per leggere insieme e per affrontare la nostra normalità ma stasera mi sento così.

Sono una mamma, ma non una super-mamma, sono un essere umano, con tutti i miei difetti e le mie debolezze, sono una persona con tutti i miei sentimenti e le mie emozioni che a volte mi travolgono perché quando si tratta di mio figlio, è inutile non sono e non sarò mai pronta. 

Tutto passerà quando verrà fissata la data dell’operazione, quando l’operazione sarà finita, quel giorno, sarò forte lo so, mi conosco, quel giorno sarò forte per lui, ma oggi no, oggi non ho voglia di corazze, di maschere e di facciate, oggi sono semplicemente una mamma preoccupata e le lacrime non le voglio fermare.




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4 commenti

Kevitafarelamamma 15/04/2015 - 21:50

Cara…quanto mi dispiace!
Si…ricordo che qualche mese fa siete andati all'ospedale per una ghiandola sotto il mento (?) e sin dall'inizio, leggendo le tue parole, ho captato tranquillità,'cioè che non fosse una cosa grave. E infatti non lo è. State andando avanti con le cose da fare, bisogna eliminare questa ciste e vedrai che andrà tutto bene.
Capisco perfettamente i tuoi sentimenti e sfogati pure! Ti farà stare meglio buttare per essere forte quando sei con lui e…lui…si sa…pende dalle tue labbra e capisce tutto anche da mezzo sguardo.
Ti abbraccio forte, super mamma.
Lo sei e non c'è dubbio…altrimenti non provesmresti tutto questo.
Vivy

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FigliModerni 16/04/2015 - 12:06

Grazie mille Vivy per le tue parole, quando ci sono di mezzo i figli si è sempre preoccupati e in apprensione, siamo i loro riferimenti e questo ci dà la forza di superare tutto, anche se a volte è dura. Stamattina abbiamo giocato un po', mi ha chiesto "mamma ma non mi possono mettere una mano in bocca prendere la ciste e toglierla?" da una parte mi ha fatto davvero sorridere, dall'altra tanta tenerezza. "No amore non si può ma lo fanno tanti bambini e non è nulla, non lo sentirai nemmeno". Buttare fuori a volte mi serve ad essere più forte con lui ed infatti lo vedo tranquillo, alla fine la cosa più importante è quella…che lui sia sereno! Grazie ancora di cuore!

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oltrescritturaliberipensatoricrescono 16/04/2015 - 08:41

Cerca di stare serena sopratutto davanti al piccolo e vedrai passerà tutto … affidati al cielo non ci sono mani più sicure, Un abbraccio

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FigliModerni 16/04/2015 - 12:08

Monica, grazie davvero eh sì spero che qualcuno lassù me lo guardi 🙂

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