Home Libri 10 - 13 anni “Mi chiamo Nako” di Guia Risari, illustrato da Paolo D’Altan

“Mi chiamo Nako” di Guia Risari, illustrato da Paolo D’Altan

by FigliModerni
2 commenti

Mi chiamo Nako.
Avrebbero voluto chiamarmi Pepindorio o anche Tchukurka ma hanno rinunciato. Pare siano nomi troppo difficili.

Inizia così l’albo di Guia Risari, con quel sapore d’infanzia che ogni bambino ha quando parla del proprio nome e delle proprie origini.  Il nome ci identifica, ci dà un’identità, ci lega a delle origini. Quanti bambini chiedono ai loro genitori chi ha deciso il loro nome, da dove deriva, cosa significa.

Evidentemente è così anche per Nako, a cui il proprio nome piace. Viene deriso dai compagni, gli viene storpiato il nome in Nachos ma non se ne fa un cruccio…in fondo i nachos gli piacciono molto!

Partendo dall’immagine di un bambino come tanti Guia Risari ci porta attraverso la vita e le tradizioni dei rom

“I nostri nomi sono tanti: zingari, gitani, romanichels, gypsies, manouches, sinti, rom, nomadi, camminanti”.

Nako vive in una casa con le ruote, ha un grande rispetto per gli anziani della comunità, tra cui suo nonno, non si sa da dove provengano, forse un po’ da tutto il mondo c’è chi dice siano originari dell’India, dell’Asia, dell’Egitto ma in fondo non ha alcuna importanza perché il mondo è la loro casa.

Sono un po’ ovunque, in ogni Stato, parlano il romanì e hanno la loro bandiera con un rettangolo azzurro e verde e al centro una ruota di legno, in ricordo di quando viaggiavano sui carri trainati dai cavalli.

I cavalli, animali che per Nako simboleggiano il branco, il gruppo e con cui i Rom hanno una forte intesa.

La Risari ci porta attraverso la discriminazione, i controlli della polizia, ma soprattutto attraverso le tradizioni e la vita di un popolo ancora poco conosciuto ai più e lo fa in modo leggero e poetico, tramite gli occhi di Nako, ma anche in modo graffiante ed incisivo.

Un testo poetico che ci avvicina alla cultura rom, insegnando il valore delle diversità e il rispetto per tutti i popoli.

Le stupende illustrazioni di Paolo D’Altan, che ci accompagnano nel racconto, giocano con luci ed ombre che catturano e rendono ancora più poetico il testo.

Il libro si chiude con l’inno rom “Gelem, gelem” e con una serie di proverbi di questo popolo. Un proverbio mi ha particolarmente colpito:

“E’ duro essere povero, ma è ancora più duro essere solo”

Un albo emozionante, di cui c’è un gran bisogno perché in fondo come dice Nako “A scuola non si stancano di ripetere che il mondo è uno e che siamo tutti uguali” ma c’è ancora tanto lavoro da fare perché questo sia davvero la quotidianità. Un albo di cui abbiamo un gran bisogno tutti, bambini, ragazzi e adulti per combattere le discriminazioni e perché nessun essere umano sia mai più solo.

Potete trovare “Mi chiamo Nako” scritto da Guia Risari, illustato da Paolo D’Altan e pubblicato da Edizioni Paoline in tutte le migliori librerie!

Buona lettura a tutti!

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2 commenti

Tassielli Mariangela per Paoline Editoriale Libri 23/06/2020 - 22:38

Carissimi, grazie davvero per la vostra straordinaria recensione.
Questo progetto, in cui noi Paoline con Guia abbiamo creduto e crediamo molto, desideriamo possa essere uno strumento per lasciarci provocare e portare oltre e dentro ogni stereotipo. pregiudizio per costruire una società capace di reale e concreta inclusione. Grazie di cuore! Anche per tutti i nostri testi che negli anni avete sempre apprezzato e proposto.

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Giorgia 25/06/2020 - 15:39

Gentilissima Sig. ra Tasselli è sempre un gran piacere leggere i vostri libri. La storia di Nako è molto poetica quanto graffiante perché emoziona e allo stesso tempo risveglia le coscienze. Spero che venga letto in moltissime scuole perché è un testo di cui noi tutti, a partire dai ragazzi, abbiamo un gran bisogno.

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