Annalisa Strada e Gianluigi Spini con il loro ultimo libro “La casa del male” ci portano a Milano, durante la seconda guerra mondiale, raccontandoci una pagina di storia che pochi conoscono, per parlare di Shoah, di giorno della memoria, ai ragazzi… ma non solo.
Mentre l’atmosfera è tesa, mentre si respira aria di morte, Arturo cerca di ritagliarsi un po’ di normalità. Ha quindici anni, è orfano di padre e vive con la madre e la sorella. Non si interessa di politica, il suo unico pensiero è Liliana, la vicina di casa, anche lei orfana di padre, che gli ha rubato il cuore. Tra le due famiglie c’è tensione, non intercorrono buoni rapporti, avendo simpatie politiche molto diverse.
Già dalle prime pagine si percepisce la paura di morire durante un bombardamento, la fuga di Arturo verso la cantina insieme all’amico Vittorio, lo stupore del ragazzo quando si rende conto di quante persone ci siano nascoste in cantina ma anche in quel momento l’unico pensiero del ragazzo è vedere Liliana.
Il pensiero di questo amore riesce a colorare di speranza la vita di Arturo, non si occupa di politica, come l’amico Luciano che milita in ambienti antifascisti o come l’amico Vittorio camerata convinto. La sua vita gira intorno a Liliana, al lavoro con il buon Ottavio, alla vita con la mamma e la sorella Mariuccia.
Quando Liliana lo avvisa che si sta trasferendo a Lodi il mondo di Arturo diventa più grigio ma il giovane si vede obbligato a fare i conti con la realtà quando il 10 agosto in piazzale Loreto vengono ammucchiati i cadaveri di chi è stato fucilato dalla milizia.
E’ in quel momento che Arturo piange, piange per la morte di sconosciuti, piange perché il dolore gli arriva dritto al cuore. E’ quello l’ultimo giorno in cui Arturo vede l’amico Luciano, attivista antifascista che racconta al giovane quante bugie vengono dette sui partigiani e cerca di spiegargli quanto sia giusta la causa che lo vede coinvolto.
Solo venti giorni dopo Arturo viene svegliato dalla presenza di tre uomini in casa sua. Lo stanno cercando, rubano tutto ciò che la famiglia possiede e portano via Arturo a cui viene calcato un telo nero sulla testa. Non capisce a cosa sia dovuto tutto ciò, qualche giorno prima si era recato a casa di Luciano per cercare l’amico ma ormai è passato un po’ di tempo da quell’episodio quindi non capisce cosa può aver fatto di male per meritarsi tutto ciò.
Al suo arrivo viene scaraventato in una stanza piena di altri esseri umani, una stanza in cui perde ogni riferimento.
A Villa Fossati, denominata Villa Triste, come una nota canzone d’amore di quegli anni, erano condotte tutte le persone che si sospettava facessero parte della Resistenza, che si opponevano al regime. Mentre i nazifascisti abitavano i piani superiori, negli scantinati della villa venivano tenute le persone ritenute sovversive, a cui venivano inflitte torture di ogni tipo, le cui urla riecheggiavano ovunque.
“I tonfi dovevano essere quelli di cose sbattute contro le pareti.
Le urla soffocate dovevano essere di chi si era giocato le ossa contro i muri.“
Raramente si riesce ad uscire vivi da Villa Triste e quando ci si riesce si viene sbattuti davanti all’ospedale, con un’ultima fievole speranza di riuscire a sopravvivere.
” A volte le macchine arrivavano e scaricavano dei poveracci trattati come sacchi di patate. A volte, di notte, ne uscivano delle auto con i fari spenti. Arrivavano davanti agli ospedali, scaricavano dei fagotti di cenci che perdevano sangue da tutte le parti e poi sgommavano via come fulmini. Nessuno si prendeva la briga di fermarli o segnalare l’auto all’autorità , perché tutti lo sapevano che quella era l’autorità“
Gli interrogatori vengono fatti da frate Epaminonda, frate benedettino il cui vero nome era Alfredo Epaminonda Troya personaggio che, a differenza di Arturo e Liliana, è realmente esistito e che, malgrado il suo abito, già a 29 anni faceva parte della banda Koch. E’ lui che inizia gli interrogatori e cerca di far parlare i poveri malcapitati, cercando di estorcergli informazioni su altre persone contro il regime. Anche con Arturo cerca di sapere il più possibile dell’amico Luciano ma il giovane non si arrende, cerca di resistere a costo della vita stessa.
Vittorio cerca di salvare l’amico recandosi a Villa Triste per chiedere di lui, pur non riuscendo a scoprire nulla. La figura di Vittorio, che ha simpatie fasciste, si riscatta in onore della vecchia amicizia con Arturo, perché la guerra li ha trasformati, ognuno di loro ha preso strade diverse, eppure i ricordi dell’infanzia e di un’amicizia mai sopita fanno da filo conduttore, fino alla fine del libro, tra le giovani vite di Arturo, Luciano e Vittorio. Perché nulla, nemmeno la guerra e gli orrori può cancellare rapporti tanto genuini e sinceri come l’amicizia che si forma da ragazzi.
Un libro che ti arriva come un pugno allo stomaco, che ti trasmette tutto il dolore degli uomini torturati a Villa Fossati, della speranza che si spegneva giorno dopo giorno, di quei corpi gettati davanti ad un ospedale come a volergli dare un ultimo sfregio, un messaggio inequivocabile “non sei niente”. Un dolore che arriva pagina dopo pagina, che si insinua nel cuore del lettore senza lasciarlo più. E’ un viaggio di dolore quello in cui ci conducono gli autori, che non fanno sconti al lettore, che ci trasmettono tutta la crudeltà di ciò che accadeva tra quelle mura.
Un libro potente, che fa male, ma di cui c’è un gran bisogno oggi più che mai per parlare di Shoah ai ragazzi.
Perché i ragazzi capiscano gli orrori che furono perpetrati durante la seconda Guerra Mondiale, perché i ragazzi leggendo questo libro non credano cha la Shoah sia una cosa lontana.
Per non dimenticare ma anche per non ripetere la storia, perché tutte le vite che sono state spezzate non siano morte invano, perché gli episodi che talvolta riempiono le pagine dei quotidiani, oggi nel 2021, non diventino mai la quotidianità, perché la storia insegni e non si ripeta… né oggi né mai più.
“La casa del male” scritto da Annalisa Strada e Gianluigi Spini, pubblicato da De Agostini, potete trovarlo in tutte le migliori librerie.
Se ti interessano altri libri sull’argomento clicca qui per leggere la bibliografia.